Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa
Palazzo dei Diamanti, Ferrara
Mostra a cura di Vittorio Sgarbi e Michele Danieli
18 febbraio – 19 giugno 2023
www.palazzodiamanti.it
Il racconto di Vittorio Sgarbi
Oltre 100 opere per la nuova mostra dedicata alla scuola ferrarese incentrata su Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa
Cosmè Tura, Francesco del Cossa, Ercole de’ Roberti. Per chi, come chi scrive, abbia seguito regolari studi universitari di Storia dell’Arte, la Scuola Ferrarese si riduce senza grandi variazioni a questa triade. Questa è la realtà, innegabile, e riscontrabile in tutti i manuali relativi. Una scuola di grande forza, di inconfondibile identità: esasperazione espressiva, forme sintetiche, contorni netti e taglienti nei paesaggi. Lontanissima dall’armonico disegno toscano, o dall’accattivante tonalismo veneto. “Un’arte sconosciuta: che non era quella toscana, né quella veneziana, ma era quella bolognese, scaturita dai grandi ferraresi che l’hanno animata”, afferma Vittorio Sgarbi, nell’intervista qui sotto, nel riconoscere i meriti a Roberto Longhi.
È lui, oggi, a curare la mostra Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa, con la quale torna attivo il Palazzo dei Diamanti di Ferrara dopo il complesso intervento di restauro e riqualificazione. Che da una parte completa un percorso idealmente inaugurato dalla rassegna Cosmè Tura e Francesco del Cossa. L’arte a Ferrara nell’età di Borso d’Este, tenutasi proprio a Palazzo dei Diamanti nel 2007. Ma che inserisce nella suddetta triade un quarto – anzi un quinto, se è vero che Sgarbi vi annovera già il “suo” Antonio da Crevalcore – elemento: appunto, Lorenzo Costa. Percorso che si amplierà con focus dedicati ad artisti come Mazzolino e Ortolano, Dosso e Garofalo, Girolamo da Carpi e Bastianino.
Genio solennemente abissale
Inevitabile che al centro dell’attenzione dell’esposizione ci sia di Ercole de’ Roberti, con oltre venti opere, di gran lunga il numero maggiore mai riunito. Il genio presente poco più che adolescente nella mitologica “officina” del Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia. Autore – Longhi dixit – del mese di Settembre. “Che vanto per una città sapere esprimere dai propri fianchi un genio così solennemente abissale. Sorto non tanto per ispirazione divina quanto per una predestinazione civica e terriera, che lo astringe, per dir così, a una sublimità d’eccezione!”, scrisse di lui lo stesso Longhi. “Per merito di Ercole, Ferrara siede, verso l’ultimo decennio del secolo, più alto che qualunque altro punto d’Italia. E, per forza di Ferrara, Ercole conquista una situazione così personale da non trovare, a quei tempi, altro paragone di valore che in Leonardo”.
Di grande interesse, tra le prove giovanili, la ricostruzione – grazie a prestiti provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo – degli scomparti del polittico Griffoni, realizzato da Ercole al fianco del maestro Francesco del Cossa. E grande rilievo desta la presenza dei luminosi Ritratti di Giovanni II Bentivoglio e Ginevra Sforza, che arrivano da Washington. E anche la fase matura è riccamente documentata, con opere mai viste in Italia in precedenza, in arrivo da istituzioni del calibro della National Gallery di Londra o del Kimbell Art Museum di Forth Worth.
Classicità calma e distesa
Ma se si eccettua un ristretto manipolo di specialisti, per il pubblico più ampio il maggior interesse della mostra è quello riservato dalla “scoperta” di Lorenzo Costa. Allievo di elezione di de’ Roberti, di dieci anni più giovane, ma padrone di moduli espressivi meno radicali rispetto alla classica scuola ferrarese. Nella direzione di una maggiore morbidezza, di una classicità calma e distesa. “Il cammino di Costa è vario, ma privo di enigmi, e ci conduce fino alla metà del quarto decennio del Cinquecento, incrociando Perugino e Raffaello”, scrive in catalogo Vittorio Sgarbi. “Ma la mente del giovane Lorenzo era già proiettata verso Ercole, che fino al 1482 dovette risiedere abbastanza stabilmente a Ferrara”.
Imprescindibile un accenno ai citati interventi di riqualificazione di Palazzo dei Diamanti, curati dallo studio Labics. Nello specifico alla soluzione di raccordo fra le due ali espositive del palazzo, che tante polemiche susscitarono negli anni scorsi, animate proprio da Sgarbi. Il risultato finale vede ora una soluzione di compromesso, con una passerella realizzata con strutture portanti di legno bruciato e cristallo, che riesce a creare il necessario distacco dall’architettura rinascimentale. Inserendo un elemento minimale che – anche per la pavimentazione bianca – richiama i ritmi dei giardini zen.
Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa
Palazzo dei Diamanti, Ferrara
Mostra a cura di Vittorio Sgarbi e Michele Danieli
18 febbraio – 19 giugno 2023
www.palazzodiamanti.it